sabato 30 agosto 2014

La svolta permaculturale

Dove: 07034 Perfugas SS, Italia

C'è una domanda che a volte ci poniamo ed a cui probabilmente gli altri sanno rispondere più velocemente di noi: siamo delle sprovvedute?
Ci siamo buttate a capofitto in un progetto senza sapere tante cose che sarebbe meglio sapere, senza avere i mezzi che sarebbe meglio avere e senza aver pianificato cose che sarebbe meglio pianificare. Noi questo lo scopriamo ogni giorno ed ogni giorno correggiamo la rotta, ma quasi mai il modus operandi. Forse in fondo siamo proprio delle sprovvedute!

A Monte Pedru, oltre ad un rudere distrutto, non c'è traccia d'intervento umano. Soprattutto manca l'opera che ci permetterebbe di sbloccare la situazione: un pozzo, perché a Monte Pedru non c'è nemmeno l'acqua!

Da qui, dopo qualche giorno di sfalcio dell'erba per preparare un'area pianeggiante in cui realizzare il nostro primo orto sinergico, una brillante intuizione: dopo due mesi senza pioggia la terra è dura e secca e lavorarla a mano per formare i "bancali" è praticamente impossibile.

Panico. Non riusciremo a far niente. Siamo bloccate fino a quando non facciamo il pozzo. La burocrazia ci frena. Fuck the system!

Fortunatamente, mentre ci struggevamo sul problema burocratico, Paola ha buttato lì un frase che qualche ora dopo si è rivelata decisiva e che è già diventato un nostro mantra nei momenti di sconforto: «Sicuramente abbiamo la soluzione sotto gli occhi, dobbiamo solo vederla».

Molti di quelli che ci leggono non sanno che il primo motore a spingerci fin qui è stato il concetto di permacultura, portato all'attenzione collettiva da Sara. L'idea poi si è fatta strada e man mano trasformata dentro di noi fino a diventare tutti i tentativi che stiamo facendo qui ora, ma quel seme rimasto sepolto dagli eventi è riuscito a germogliare in qualche modo ed è venuto in nostro soccorso quando ci è servita un'idea.

Quello che avevamo sotto gli occhi e non vedevamo era che la terra è sì secca e dura in quello che avevamo individuato come luogo ideale per l'orto (così come in qualunque altro luogo privo di piante), ma non lo è affatto all'interno del recinto che abbiamo costruito attorno all'ulivo. Lì la terra è soffice e profumata, praticamente perfetta. Perché? Perché l'ulivo la protegge dal sole e dal vento. Come poi ci è sembrato ovvio, all'interno della macchia mediterranea che copre vaste zone del terreno abbiamo trovato una situazione identica e quindi non abbiamo dovuto far altro che individuare una radura in mezzo al lentisco e cominciare ad allargarla per farla diventare l'abbraccio naturale del nostro nuovo orto sinergico (completerà presto la soluzione una cisterna per l'acqua piovana… per quando pioverà)!

Purtroppo io da lunedì ricomincerò il mio banale lavoro impiegatizio (ecco un'altra che non tutti sanno: io ho mantenuto, seppur in telelavoro, il mio impiego "continentale"; in agosto ero in ferie, ma ora riprenderò a stare attaccata ad un computer per quaranta ore alla settimana), quindi, col cuore sanguinante, non potrò veder nascere i bancali che ospiteranno le nostre verdure invernali, ma confido in reportage puntuali da parte di Sara e Paola.

All'opera: Sara, Paola e Fre.
Sara e Paola nella radura in cui verrà realizzato l'orto sinergico a Monte Pedru, Perfugas, Sassari, Sardegna

4 commenti:

  1. Che bello leggervi. Certo che ci è voluto una bella dose di incoscienza, oltre alla sprovvedutezza :D, ma se non fosse stato così forse non lo avreste mai fatto questo passo. Forza ragazze! Bruna

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    1. Bruna, prima di partire abbiamo buttato il buon senso in un cassonetto! :D

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  2. embè, mi sa che la Paolina ha riassunto in una frase la prima regola della permacultura: osserva ed interagisci.
    Bravissime ragazze!! Tanta tanta stima! Vi looovvooo!!!

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